In queste ultime decadi è avvenuta un’integrazione tra psicoanalisi infantile, interventi clinico-sperimentali derivati dalle teorie dell’attaccamento e neuroscienze, che ha prodotto una scoperta fondamentale: la maturazione neuropsichica, nel suo aspetto di sviluppo mentale e di strutturazione cerebrale, dipende dal tipo di relazione madre/feto/neonato/bambino e poi madre-padre/bambino. La relazione comporta una comunicazione continuativa, costituita da messaggi non verbali, emessi e recepiti, codificati e decodificati in maniera automatica e inconsapevole. In questo modo, il neonato-bambino impara e struttura la sua funzionalità cerebrale: ciò può avvenire sia in senso positivo sia patogenetico, a seconda del tipo di relazione. Da tale scoperta discende l’importanza di tutte le procedure psicologiche che possano diagnosticare le relazioni a rischio e proporre interventi atti a prevenire future anomalie psichiche e/o a migliorare la maturazione neuropsichica dei bambini.