Torna in libreria a quasi quarant'anni dalla versione originale Non libro più disco, pubblicato da Bompiani nel 1970 e accolto con proteste soprattutto per la "parolaccia" che giganteggia nella prima pagina. All'epoca la sua forma doppia (scritta e orale) e le sue invettive scandalose provocano curiosità e insieme sconcerto. Non libro più disco è un oggetto inclassificabile, un caposaldo della genealogia dei fuoriformato; anzi un non-oggetto. Zavattini stesso non sa come definirne la natura: «Un po' saggio, un po' romanzo, un po' contestazione ad alta voce, e un po' confessione». Il non-libro affida all'immaginazione tipografica, al gioco coi caratteri e con il loro corpo, la coreografia e il movimento convulso di un discorso che è insieme interiore e pubblico, rivolto alle istituzioni letterarie e aperto su un mondo caotico di cui Zavattini capta il mutamento, la rapida trasformazione.