Quando di Walter Veltroni è un libro che segna uno spartiacque tra il mondo prima della morte di Berlinguer e dopo i suoi funerali. Questa metaforica divisione del tempo e dell’universo viene rappresentata da Giovanni, un vero compagno, un uomo con idee forti e ferme, che proprio nella calda estate romana del 1984, ai funerali dell’uomo e dell’immenso politico Enrico Berlinguer, prende in testa l’asta della bandiera e per trent’anni vive al buio, in un coma profondo, da cui nessuno pensava si sarebbe mai più risvegliato. Il Veltroni scrittore mette sulla pagina tutte le debolezze e le beltà del comunismo di un tempo e di quello che non esiste più. In Quando, Giovanni si risveglia in un mondo che è completamente trasformato e soprattutto dove il comunismo non esiste più come non esistono più il partito e i compagni. Ma quando è accaduto? Che cosa è successo? Cantando “Avanti popolo alla riscossa” si risveglia dopo trent’anni e pensa di trovare tutto come aveva lasciato. Invece il mondo è cambiato in modo talmente epocale da non ritrovarsi più, da non riconoscere neppure se stesso, da aver perso ogni più piccola certezza. I suoi amici, ora non più giovani proprio come lui, si accalcano al suo capezzale per raccontargli quei trent’anni di coma in cui un uomo di nome Berlusconi ha preso il potere, in cui il muro di Berlino è stato abbattuto e in cui le Twin Towers di New York sono crollate. E anche della sua famiglia che è rimasto? Quando è un libro ironico, divertente e amaro in cui Walter Veltroni si ricorda di come eravamo e ci dipinge nell’oggi.