Qual è l'apporto che la storia e la critica dell'architettura forniscono al lavoro degli architetti e quindi all'architettura stessa? Per rispondere a tale domanda di banhamiana memoria, Anthony Vidler analizza in "Storie dell'immediato presente" alcune delle tematiche che caratterizzano le costruzioni storiografiche e critiche di Emil Kaufmann, Colin Rowe, Reyner Banham e Manfredo Tafuri. In tal modo l'autore mostra attraverso quali vie la collusione tra storia dell'architettura e teoria del progetto abbia dato luogo ad alcuni degli esperimenti architettonici più interessanti del secondo dopoguerra. Una volta inserite nella loro tradizione intellettuale e teorica, le architetture di Alison e Peter Smithson, James Stirling, Peter Eisenman, Aldo Rossi o degli Archigram, tra gli altri, si arricchiscono di inediti significati. In un'epoca in cui la "storia è usata e abusata" e che tende "a sopprimere qualsiasi profondità fenomenologica", un preciso ideale attraversa tutto il testo: pensare storicamente per stimolare un rapporto tra politica, pensiero sociale e progettazione architettonica.