La vita avventurosa dello scudiero Marcos de Obregón si dipana con ritmo incalzante fra naufragi, prigionie, episodi boccacciani e rocambolesche scorribande in ambienti sordidi, sbalzando il protagonista dalla Spagna all'Algeria all'Italia, per poi tornare in patria. Tradizionalmente ascritto al genere picaresco, il romanzo di Vicente Espinel (famoso musicista e poeta spagnolo del Secolo d'Oro) sembra essere piuttosto figlio del clima di ricerca di formule narrative nuove, più conformi al contesto socioculturale sorto all'indomani della Controriforma, che, a partire dal Don Chisciotte, investe quasi tutta la scrittura di finzione spagnola del XVII secolo con l'obiettivo di insegnare e divertire a un tempo. Giocato su una complessa rete di ambiguità fra accadimenti reali, ispirati alla movimentata esistenza dell'autore, e fittizi, che raccolgono echi precisi del romanzo bizantino, della novellistica italiana e della cronaca delle Indie, il Marcos de Obregón - amalgama perfetto di storia e finzione, di cui offriamo qui la prima traduzione italiana integrale - segna un punto di svolta nel processo che conduce alla nascita del romanzo moderno.