A cinquantanni dalla morte di Fausto Coppi, il Campionissimo, questo libro costituisce un documento di speciale valore tanto documentaristico quanto ideale e sentimentale. Paolo Viberti, già autore insieme al fratello Giorgio del fortunato L'ultimo avversario, racconta la vita di Coppi guidato dalle parole e dalle testimonianze della figlia Marina, personaggio schivo che non aveva mai voluto prima parlare del padre. «Non mi rendevo conto di chi fosse mio padre, per me era semplicemente gioioso stargli accanto. Ero molto piccola, avevo intuito che per lui quella bicicletta rappresentava un oggetto importante, come lo strumento musicale per un artista. Attorno a papà c'era sempre tanta gente che urlava, che lo incitava... Coppi! Coppi! Tutti volevano qualcosa da lui, anche soltanto salutarlo, toccarlo, avere un cenno di riscontro. Io non stavo male in tutto quel caos, spesso lo trovavo divertente, anche se talvolta lo avrei voluto tutto per me, il mio papà...». Per la prima volta, con lucida memoria, Marina Coppi ripercorre le tappe della sua esistenza segnata, quando aveva dodici anni, dalla scomparsa del grande padre.