"La critica della canzone e dei suoi meccanismi produttivi e distributivi, la critica di autori editori interpreti accompagnatori e tecnici, e soprattutto la critica della critica, speziate di nonsensi e sarcasmi, in sacrosante prese per i fondelli. Critica dell'industria musicale, e per estensione dell'industria culturale tutta... Con questo che è l'ultimo libro scritto e pubblicato in vita, Vian ci ha lasciato un trattato strutturalista e antropologico sull'industria culturale della canzone. Ma anche un libro profetico: "il genere commerciale è uno di quei settori che non potranno sfuggire all'automazione", e sarà possibile costruire un software che consentirà in avvenire "la fabbricazione interamente automatica della canzone"... Su questa scia l'autore si spinse fino a preconizzare l'inutilità dell'industria, e la possibilità virtuale, da parte di un artista, di pubblicarsi e gestirsi da solo. Libro anche catartico, dunque, dacché non solo scorge l'autodafé prossimo venturo (e oggi in atto) dell'industria musicale, ma ne trasente tutta la furia vendicatrice." (dalla prefazione di Gianfranco Salvatore)