Che sensazione si prova a osservare un uomo intento al proprio lavoro, chino su uno scrittoio, mentre fuori, avvolta nella notte, Roma occupata si dibatte tra fame e povertà? Fu in questo modo che Giuseppe Ungaretti tradusse quaranta, anzi quarantuno, sonetti di William Shakespeare presentati qui nell'edizione critica a cura di Rossella Terreni. Che sensazione si prova a varcare le porte del laboratorio segreto di un poeta per assistere al farsi di un'opera letteraria? Questo volume racconta la storia di un libro di traduzioni poetiche nate dall'incontro di due grandi protagonisti della tradizione letteraria europea, Ungaretti e Shakespeare. Attraverso testimonianze e documenti d'archivio, il libro racconta il lento processo evolutivo attraverso il quale acquistarono forma le traduzioni ungarettiane, ricostruisce la storia editoriale dei 40 sonetti di Shakespeare e, varcando i confini dell'opera, recupera il contesto, la rete di relazioni umane, intellettuali, professionali che caratterizzarono la vita del poeta-traduttore dagli anni Quaranta in poi. Un libro per un lettore non sazio della superficie del testo, curioso di andare in profondità, inquieto.