Siamo tutti chiamati a una scommessa, a cui possiamo sottrarci. Non c'è più tempo per indugiare: o scommettiamo tutto su Cristo, o saremo costretti a passare le consegne a qualcosa o a qualcuno che ancora non conosciamo, e ciò ci procura un senso di inquietudine profonda. Se Pascal aveva tentato di salvare le speranze di vita eterna dell'uomo con una commessa, è ora giunto il momento di aggiornare il celebre azzardo, giacché tutti noi siamo in gioco. Rifondare i valori? Creare qualcosa di nuovo che susciti un'ampia convergenza? Difficile rispondere. Stiamo assistendo a un lento appassire delle coscienze e dobbiamo reagire, in qualche maniera prendere posizione. Per ricominciare a sperare. Così come alla fine dell'Impero romano si fece la scelta di affidare al cristianesimo il compito di traghettare la civiltà antica, oggi dobbiamo aggrapparci alla realtà più certa a nostra disposizione. A violare il nostro spirito non sono tanto quelli che premono alle frontiere, quanto coloro che minacciano la nostra anima. Per mettere in pratica l'odierna scommessa, ci dice Armando Torno, non occorrono nuove filosofie, grandi riforme, particolari progetti: abbiamo tutto a portata di mano, è necessario solo reimparare a usarlo. Si tratta di avvertire uno scatto d'orgoglio spirituale e non condannare all'inedia la nostra identità cristiana, anzi è tempo di vivificarla.