Un testo originale che affronta un grande tema delle società contemporanee: la fertilità dei suoli agricoli e la loro rigenerazione. Un tema che è ambientale, economico, sociale e culturale. Un tema dimenticato, o "occultato", come suggerisce Piero Bevilacqua nella Prefazione. Non si può certo dire che la società contemporanea, pur forte del suo apparato tecnologico, abbia superato la sua atavica dipendenza dal cibo. Eppure oggi pare che questa ineluttabile sua condizione venga dimenticata o sostituita da immagini culturalmente costruite. "Tutto ciò che mangiamo sembra sia frutto dell'organizzazione commerciale che ce lo rende facilmente disponibile. Come se fosse direttamente prodotto dai supermercati. Nel nostro immaginario campeggiano i distributori, ma vengono nascosti i produttori. Sono cancellati gli imprenditori agricoli, i contadini, i braccianti, i raccoglitori ridotti in semischiavitù. E, naturalmente, la cancellazione del lavoro che produce il cibo si porta dietro anche la cancellazione della terra, del partner naturale, da cui il lavoro, con il suo sapere e con il suo sforzo, trae gli alimenti della vita" (P. Bevilacqua).