Tu in che cosa credi? Da questa domanda che Antonio Thellung ha posto a un giovane amico e interlocutore sono nate queste pagine in cui l'autore non fa domande, ma risponde alle domande del suo giovane interlocutore: Perché credere e in quale Dio credere? È lecito dubitare? E se il materialismo fosse più assurdo delle più assurde ipotesi divine? E la Chiesa? Il nostro è un tempo difficile, ma non sempre il difficile corrisponde all'assenza di speranza, di visione positiva; questo tempo può anche essere un'opportunità straordinaria per rielaborare un pensiero su Dio che superi i luoghi comuni e rinnovi i significati autentici della fede. Oggi non si può più credere a certe immagini teologiche obsolete; e tuttavia l'ateismo non appare meno assurdo. Il libro, pur toccando con rigore temi profondi e complessi, è scritto con grande semplicità e intende dar voce alla fatica di credere e alla necessità ineludibile di cercare sempre e di dubitare, perché - dice l'autore - dubito, quindi credo.