I personaggi della Gilda, emblemi della "gioventù bruciata" che abitava le periferie milanesi nel dopoguerra, vivono di sogni acerbi quanto ardenti, di amori consumati, di speranze deluse e illusioni bruciate. Solo le luci del varietà riescono, per un attimo, a lenire il grigiore di una periferia che offre ben poco ai fremiti delle varie Gilde, dei Carletto protagonisti di queste storie testoriane. Racconti pervasi di notevole fisicità e sensualità, talora di ironia, che si incidono come simboli, quadri esistenziali con impianti da fotoromanzo ambientati tra società ciclistiche, palestre di boxe, immensi caseggiati; ma anche il mondo dorato della rivista e della commedia musicale di cui Testori fu sempre un grande ammiratore.