Tutto tende all'Uno: una è la radice culturale e politica dell'Europa, una la via per governare e sanare l'economia, uno la via per costruire e governare l'Unione europea. Da tempo si è smesso di contare oltre l'Uno. Cerchiamo di definirlo, questo pensiero dell'Uno, indagando sul modo in cui esso torreggia. Apparentemente noi viviamo in un'epoca in cui il pensiero liberale ha vinto. La scomparsa del comunismo non è stata vissuta come fine di un'usurpazione ma come prova che non esistono più pensieri capaci di competere con il liberalismo. Il pensiero che ha dimostrato di essere più ragionevole diventa perciò stesso infallibile, inaffondabile e a sua volta potenzialmente usurpatore. Si è visto, con la crisi finanziaria di quest'anno, quanto sia difficile per il fondamentalista (in quel caso liberale) ammettere i propri errori, congedarsi dal proprio credo "unico": l'adepto del monolite, fino al momento in cui si rompe la testa contro il muro verso cui sta correndo, è convinto che non esistano legittime idee alternative alla sua. L'impressionante energia dell'Uno è, in questa pretesa a esser specialmente agguerrito in quanto non discusso, non discutibile.