Scrivendo "Olimpia", Luigia Sorrentino scrive il libro della sua vita. "Olimpia" punta all'essenza, tocca in profondità le grandi questioni dell'origine e della morte, dell'umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni. Ha uno sguardo lungimirante: sguardo ampio, prospettico, a volo d'aquila. Ma ha anche improvvisi affondi nella fiamma del verso. E proprio l'intreccio tra l'infinito e il mortale è uno dei motivi centrali di questo percorso. "Olimpia" riesce ad esprimere un tempo assoluto, e lo fa in modo mirabile, con architetture possenti ma anche con i guizzi fulminei della vera poesia. Tempo assoluto che contiene ogni tempo. E ci getta di volta in volta in una diversa epoca della nostra vita: siamo antichi e adolescenti, certi e smarriti, ci immergiamo in questo giorno carico di attesa e di rivelazione, sempre sulla soglia di una scoperta cruciale. "Siamo colui che sprofonda a un passo da noi", scrive Luigia, "di padre in padre siamo stati / quella tua età sparsa nella casa". Prefazione di Milo De Angelis. Postfazione di Mario Benedetti.