Il 15 gennaio 2006 Michelle Bachelet viene eletta presidente del Cile. Una vittoria che apre le porte al futuro: è la prima donna eletta democraticamente in un Paese decisamente machista. 55 anni, madre single di tre figli, non ha mai rinnegato né il suo passato socialista o la sua laicità, né le sue ferite. Lei e la madre furono imprigionate e torturate dagli aguzzini di Pinochet, suo padre perse la vita in carcere dopo essere stato seviziato e il fidanzato di allora è uno dei tanti desaparecidos cileni. Eppure ne è uscita senza odio, ma con una ferrea volontà di giustizia. In poco più di un anno di governo ha trasformato il Paese ed è riuscita a mantenere una buona parte delle promesse elettorali. Si tratta di cambiamenti soprattutto di carattere sociale e in favore dei più deboli: ha distribuito equamente i suoi ministeri tra uomini e donne, ha aperto centinaia di asili nido, ha incrementato le pensioni minime, ha reso gratuita la sanità per le persone oltre i 60 anni, ha creato una legge contro la violenza e la discriminazione ai danni delle donne e vorrebbe annullare la legge che ha amnistiato i responsabili delle atrocità dell'epoca di Pinochet. In questo libro le giornaliste Elisabeth Subercaseaux e Malù Sierra hanno ricostruito la sua vita, dall'infanzia agli studi universitari, dall'esilio al suo lavoro come ministro della Salute e della Difesa e, infine, all'approdo alla Presidenza della Repubblica.