Eraclito diceva che pòlemos è padre di ogni cosa. In queste intense lezioni, Emanuele Severino rovescia l'affermazione eraclitea e mostra che è la "cosa" (il senso greco dell'esser cosa) ad essere la madre di ogni guerra. Severino analizza il rapporto tra pòlemos e mito attraverso i concetti di "smembramento" e "sacrificio"; quindi considera il rapporto tra pòlemos e filosofia analizzando il frammento di Anassimandro e alcuni passi del I libro della "Metafisica" di Aristotele; infine riflette sul rapporto tra pòlemos e civiltà della tecnica. Emerge che all'interno del cammino che affonda le proprie radici nel senso greco dell'esser cosa non solo era inevitabile il tramonto dell'epistéme, ma ogni tentativo di pensare l'identità dell'essente era ed è necessariamente destinato a fallire. All'interno della fede nel "diventare altro" l'identità dell'essente è qualcosa di impossibile. Solo se ci si porta fuori da quella fede, solo se si pensa lo stare del destino della verità, l'identità dell'essente può essere pensata incontraddittoriamente.