Nella monumentale opera di Carlo Emilio Gadda, lo scrittore del Novecento più violentemente ostile alla donna, si individua un complesso percorso di rappresentazione della femminilità. Viscerale, irriducibile misogino, Gadda mima e disprezza i miti letterari dell'universo femminile, primo fra tutti quello della sacralità materna e della fertilità, ritenendoli funzionali all'avidità materiale e all'aridità etica della società borghese alla quale il Gran Lombardo appartiene. Sono infatti le protagoniste dei suoi capolavori "La cognizione del dolore" e "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", Liliana Balducci e la "Signora", entrambe madri mancate ed entrambe assassinate, destinate a pagare il prezzo più alto per aver fallito il loro ruolo di madri. Proprio Gadda, che mai parla né prevede un riscatto della donna dal suo ruolo subalterno, riesce così a tradurre la sua misoginia in critica dell'ideologia dominante, mettendo in evidenza le durissime conseguenze delle trasgressioni delle donne ai loro ruoli tradizionali e trasformando in grottesco e feroce racconto "i percorsi intimi del dissenso femminile".