Liberatosi da insidiose proposte e scoramenti, Cesare Segre mostrò in questo volume che il modo migliore per uscire dalle secche in cui sembrava essersi avviata la critica letteraria, era rimettersi al lavoro: riflettere sui principi, verificare i metodi; ma sempre in maniera sperimentale, cioè nel concreto esercizio di analisi, decisamente storicizzate, sui testi. Entro un "racconto critico", Segre affronta con nuove proposte la tematica del comico, dei generi letterari e dell'autobiografia; si sofferma sui suggerimenti dell'ermeneutica e sull'essenza narrativa del "motivo"; rivendica i diritti della corporeità come sorgente di ogni punto di vista. La varietà degli assaggi si riflette nell'ampia gamma degli autori sottoposti a indagine: da Boccaccio a Manzoni, illustrato come teorico della letteratura, da Petrarca ad Alfieri, dai primi "macaronici" a Cervantes e a Corneille maestro d'illusioni.