Un gruppo di ragazzi in una piccola cittadina dell'Alto Adige. Diego, Katia, Andrea, Anna e Franco, detto Frank, sono il gruppo sparuto di giovani "rimasti". Intorno solo montagne, fiumi, valli, un unico bar al centro dell'unica piazza del paese di tremila anime. Non hanno alcuna prospettiva per il futuro se non quella di fare il pastore, il contadino, la guardia forestale come i padri e ancor prima i nonni. I giorni, le notti, sono tutte uguali, e così l'unica via d'uscita è ubriacarsi fino a non rimanere in piedi, drogarsi fino a non capire più niente, mettere in gioco la propria vita come fosse nulla, qualcosa che non ha valore né importanza. Durante una delle corse sfrenate del sabato sera a bordo di vecchi e ammaccati pick-up, imbottiti di whisky e birra, Andrea, il più giovane della compagnia, perde la vita. Diego viene quasi ammazzato a furia di calci e pugni da Frank, il suo migliore amico, soltanto per essersi lasciato sfuggire una parola in più. La violenza diventa l'unico diversivo, ciò che accende ogni cosa, l'unico modo per sentire di esistere. Giacomo Sartori dipinge l'affresco della più buia provincia italiana, quella di cui non si parla mai o raramente sui giornali o in televisione, chiusa in valli inaccessibili.