"Aspro e sassoso, aggrappato alla cerniera montuosa dei monti Aurunci, che divide la Valle dei santi dalla Terra di lavoro. Santi (in Paradiso) e lavoro: proprio quello che al momento manca da queste parti". Questo libro racconta la storia di un piccolo borgo della provincia di Frosinone, Coreno Ausonio, al confine tra Lazio e Campania, e delle sue cave di pietra, tra storia e leggenda. Dalla prima, impiantata da uno scalpellino abruzzese nell'immediato dopoguerra, a quelle che furono aperte dopo, una dopo l'altra, cambiando la vita e la fisionomia del paese, toccato da un immediato benessere e da una repentina crescita economica. Le cave divennero così una specie di icona miracolistica alla quale immolare tutto: strade, paesaggio, tradizioni. A metà tra ricognizione di paesologia e narrazione sociologica, questo libro ondivago, al quale l'autore ha dato l'andamento investigativo di chi racconta camminando, dalla scrittura asciutta e tesa, descrive una delle tante piccole Italie, segrete e inaccessibili, sconvolte dal mito della crescita, dalla follia del sogno cieco e dall'epica della ricchezza, un sogno che per una intera comunità diventerà poi fino ai giorni nostri distruzione e incubo.