Con "La mia Milano", Giampaolo Rugarli propone dodici racconti al cui centro sono personaggi o situazioni di vita milanese, dall'anno Mille ai nostri giorni. Conosciamo da vicino il generale Bava Beccaris, celebre per una sanguinosa repressione, Parini costretto a vestire l'abito talare, Puccini, umiliato dal fiasco scaligero di Madama Butterfly, Porta, messo a tacere dalla censura, i presunti untori, massacrati fra atroci sevizie, e così via. Tra i protagonisti della saga, balena persino Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera... Un duplice filo lega materiali eterogenei: uno dichiariate e l'altro implicito. Rugarli che ha vissuto lungamente a Milano, apre ogni racconto con un frammento di autobiografia, e i luoghi (il Ponte delle Sirenette, il Verziere, la Vetra...) suggeriscono le memorie personali e quelle storiche. Più significativo il filo occulto che sorprende nel passato assonanze con l'oggi, e ad esempio si scopre che bombe e terrorismo sono un male antico. L'ultimo racconto, "Storia del mondo verde, è una feroce satira del secessionismo di Umberto Bossi". L'impasto dei dialetti e del latino maccheronico non è solo un gioco: è un tributo di affetto alla città italiana che, più di ogni altra, sa aprirsi al nuovo, sa accettare e riassumere le civiltà più diverse.