Dall'anno dell'esordio pubblico, il 1963 in cui le prime poesie escono sul "Menabò" di Vittorini presentate da Pasolini, al 1995, un anno prima della sua tragica morte, Amelia Rosselli ha accompagnato i suoi anni operosi con numerose interviste rilasciate a giornali, riviste, radio e televisioni. Due giovani rosselliane DOC, Monica Venturini e Silvia De March, le hanno rintracciate tutte, in molti interessanti casi restaurandone i "tagli" editoriali del tempo. Non mancano episodi di grande ampiezza: registrazioni da seminari, lezioni e pubbliche conversazioni nelle quali è stata opportunamente conservata, nella trascrizione, l'impronta vocale così caratteristica di una personalità che mai ha cessato di interrogarsi. Perché "scrivere è chiedersi come è fatto il mondo: quando sai come è fatto forse non hai più bisogno di scrivere. Per questo tanti poeti muoiono giovani o suicidi". Quella continua interrogazione era stata - alla lettera - questione di vita o di morte.