In una civiltà come quella attuale in cui, come scrive Sergio Bettini, "l'esistere prevale sull'essere anche nella struttura dei linguaggi artistici il "tempo" prevale sullo "spazio", l'"espressionismo" prevale sull'"impressionismo", le arti "industriali" o applicate, e l'architettura, prevalgono sulla scultura delle "statue" e sulla pittura dei "quadri". La differenza classica tra grande arte e arti minori si attenua fino a scomparire, in un'epoca che invoca più che mai categorie adeguate per essere in grado di comprendere se stessa, i contributi degli storici dell'arte della Scuola di Vienna e in particolare del suo esponente centrale Alois Riegl (1858-1905) restano tuttora un patrimonio pressoché intatto. In questo studio si affronta il senso del processo artistico sulla scorta del confronto dell'uomo con la natura, dove però non si tratta di imitare la natura, ma di competere con essa e migliorarla. In questo quadro - che varia nel tempo e in base al quale sono rilette tutte le epoche della storia dell'arte dall'antichità alla modernità - egli identifica una serie di "elementi" costanti per cui storicamente l'opera d'arte si costituisce come tale (fine, materia prima, tecnica, motivo, relazione forma-superficie) e che, come nella struttura delle lingue storiche, si declinano in maniera diversissima a seconda delle necessità espressive che il tempo e il luogo richiedono.