"Visse la sua vita come ammassando volumi per una biblioteca, o realizzando desideri, molti dei quali rimasti gli stessi della sua solitaria giovinezza. Non lo disse mai, ma mi chiedo se la sua percezione di sé non fosse indissolubilmente legata a questo suo collezionare - l'argomento di tante delle sue opere migliori. Voleva assorbire; non voleva essere assorbita - e di certo non voleva esserlo nell'eternità, nel nulla. Diamine... no, come avrebbe potuto accettare di chiudere la biblioteca e disperderne il retaggio al vento, senza che venisse mai più ricostituito? "Dove sono io, morte non è" scrisse Epicuro "dov'è morte, io non sono." Ma, come aveva scritto, mia madre non poteva che immaginare di essere." Nella primavera del 2004 a Susan Sontag, una delle personalità intellettuali più affascinanti del ventesimo secolo, venne diagnosticata una forma incurabile di cancro. Morì pochi mesi dopo. Accanto a lei, negli ultimi momenti di vita c'è il figlio, David Rieff, che da quella terribile esperienza trarrà una profonda, lucida ed emozionante meditazione sulla morte, in cui la figura di sua madre Susan rimarrà scolpita per sempre. "Senza consolazione" è la storia di una donna che di fronte alla malattia reagisce con una straordinaria, e persino selvaggia, voglia di vivere. Ed è il racconto da parte di un figlio, nel tormento della perdita e del senso di colpa, del suo tentativo di offrire consolazione a chi con ostinazione rifiuta l'idea di essere destinata troppo presto a morire.