Un nome, a Giulia è bastato solo un nome rubato con lo sguardo per farsi travolgere da un sentimento incomprensibile. E così abbandona la villa sul lago di Zurigo e si rifugia in un solitario chalet nelle Alpi svizzere. Per la prima volta si è allontanata dal marito, è sola, fuma come non aveva mai fatto prima ma non riesce a placare l'inquietudine che emerge a turbare l'ordinarietà della sua vita. Quel nome le ha riportato alla memoria Roma e il 1966, quando guardava il mondo dal punto di vista dei Parioli, frequentava il liceo francese e si era innamorata per la prima volta. Di chi? Di un ragazzo intelligente, certo, ma anche della vitalità della sua migliore amica, Clarissa. Clarissa, quanto lontana l'avranno portata le sue aspirazioni? Giulia prende la penna in mano, vuole scrivere una lettera, ma i pensieri la confondono. E una signora di mezza età, madre e moglie amorevole, borghese agiata, eppure gli anni sono trascorsi e lei non si è accorta di niente: la Storia le è scivolata addosso senza lasciare traccia. Ora, mentre cerca le parole per andare oltre quel "Cara Clarissa", dall'irrequietezza insospettabile emerge l'amara confessione di non aver vissuto e forse di non esser stata neppure a guardare.