Nel dibattito intorno al 40° anniversario del 1968 sembra esservi un grande assente: la classe operaia. Eppure, soprattutto in Italia, il suo protagonismo è difficilmente eludibile. Mentre in gran parte del mondo il '68 si consumava in falò tanto intensi quanto brevi ed effimeri, nel nostro paese prendeva forma uno scontro di e per il potere i cui effetti si sono prolungati per tutti gli anni Settanta. Un'anomalia spiegabile solo attraverso l'egemonia che la figura dell'operaio-massa impose all'intero movimento italiano mettendo al centro il nodo del potere politico. Ma la "questione del potere" non può che chiamare in causa la "questione militare". Se, come ricorda Carl Schmitt, il "politico" presuppone sempre la messa in forma della guerra, la "questione militare" non può essere altro che parte costitutiva del "politico" medesimo. Ed è questo il tema che il testo, anche attraverso un cospicuo numero di testimonianze, si è assunto il compito di descrivere e analizzare affrontando uno spettro storico che, dalle giornate del luglio genovese del '60, approda sino agli eventi del G8 del 2001.