Se una troupe cinematografica per oltre tre mesi occupa strade e piazze di un paese, abbatte muri e costruzioni recenti, e magari coinvolge gli abitanti a recitare a fianco di Alida Valli e Massimo Girotti, cosa può scatenare se non un uragano? Anzi, un "Uragano d'estate", come il titolo che avrebbe dovuto avere il film "Senso" di Luchino Visconti. E tale fu l'estate del 1953 per Valeggio, Custoza, Verona perché, come un uragano, lasciò il segno. Amicizie e amori, fuori e all'interno del set, si intrecciano a comporre una vicenda unica, un romanzo nel film, sullo sfondo del dopoguerra. Il caso Montesi, la legge truffa, la fine dell'epoca De Gasperi, si avvicendano e si insinuano tra gli attori non protagonisti, contadini, fabbri, cuoche e cameriere, che sbirciano, osservano, si conoscono. Come un autentico uragano quella troupe cambierà le vite di ciascuno, sotto la guida del maestro Visconti, intenzionato a girare il primo film italiano a colori sul Risorgimento. Al suo seguito il produttore Riccardo Gualino, i futuri registi Francesco Rosi, Franco Zeffirelli, Giancarlo Zagni, la sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico e gli scrittori Tennessee Williams e Paul Bowles. Un romanzo che intreccia realtà e finzione, ricostruzione storica e immaginazione, e che racconta come in un film altari e retroscena di uno dei più straordinari eventi del cinema italiano.