Lo sguardo originale di Pia Pera, recentemente scomparsa, si concentra in Diario di Lo su un punto di vista mai prima affrontato: quello della Lolita di Nabokov. In questo romanzo, giunto dopo vent’anni ad una nuova riedizione, ci troviamo ad ascoltare la voce della ragazzina, quello che sente e forse quello che subisce, in questa sua infanzia e giovinezza strana e bistrattata dove ogni adulto la guarda con occhio diverso, puntando a lei non come ad una bambina, ma ad una giovane adulta. La raffinatezza della scrittura di Pia Pera ci descrive l’infanzia e l’indifferenza con cui gli adulti ascoltano distratti i bambini, senza mai saperli capire davvero e senza amarli con forza, tenerezza e comprensione: l’unica cosa che chiederebbero davvero. La scrittrice e giornalista decide così in qualche modo di fare giustizia e di risarcire moralmente, esteticamente e sulla pagina la piccola Lo, dandole un’anima, una voce, delle parole forti e difficili da sentire perché ci spogliano e ci mettono a nudo nella nostra brutalità. Pia Pera però cerca il lieto fine, lo accoglie, lo vuole a tutti i costi, sente di averne bisogno per se stessa e per tutti gli adulti che forse, solo così, in qualche modo potranno riscattarsi dalla tristezza e dall’indifferenza. In Diario di Lo ogni gesto riempie un vuoto e lo colma di quella dolcezza di cui ha bisogno l’infanzia e di cui Pia Pera sente l’urgenza sulla pagina.