Da sempre le immagini hanno attraversato la vita individuale e collettiva dell'uomo; da sempre verso le immagini si sono alternate, nella storia del pensiero, fascinazione e rigetto, attrazione e diffidenza. Anche la psicoanalisi non è sfuggita a queste opposte tendenze, ed è così rimasta carente di una teoria delle immagini della quale da tempo si sentiva l'urgenza. Infatti, nonostante la nostra venga definita una "civiltà delle immagini", in realtà viviamo in un'epoca "iconoclasta" che le immagini continua a ucciderle o sopprimendole o producendo immagini clichè. Circa trenta anni fa Italo Calvino si chiedeva: "Il potere di evocare immagini in assenza continuerà a svilupparsi in una umanità sempre inondata dal diluvio di immagini prefabbricate?" Psicoanalisti di diversi indirizzi, artisti, filosofi, ci accompagneranno, in questo volume, in un viaggio finalizzato a ri-meditare sul ruolo che le immagini hanno nella cura, nell'arte, nella costruzione della conoscenza. A partire da prospettive diverse, emerge un "sapere dei sensi", un sapere "estetico" (aisthesis) che si differenzia ma non è un meno nei confronti di un sapere logico.