Francesco Pecoraro - ossia, com'è assai più noto in rete, Tashtego - raccoglie in questo volume gli scritti pubblicati all'interno del suo seguitissimo blog. E' lui il cronista esasperato e intollerante, idiosincraticamente iperreattivo della realtà quotidiana. Stoico ancorché ulcerato, impagina i lemmi di questo dizionario di sciagure coi suoi disegni a mano libera. Nella prima sezione sono raccolte le immagini di città, che hanno perso la salvifica luminescenza di quelle benjaminiane ma non cessano di ospitare mostruosi e persecutori "oggetti a reazione poetica". Segue un inserto sull'individuo e sul suo perenne conflitto sociale. La terza sezione di quest'architettura trova accenti meno catastrofici nell'osservazione accurata e stupefatta degli esseri che vivono, fluttuando, in un universo tanto meno pesante del nostro: pesci, crostacei e molluschi. Capiamo allora che la nostra esistenza si colloca in uno stadio intermedio, e dunque infelice, tra il franare minerale dei resti ciclopici di un moderno ormai remoto e il metamorfico guizzare equoreo di un mondo, forse, infinitamente futuro.