La fortuna conta nella vita. Conta ancor di più nei bassifondi di Napoli dove anche l’aria è irrespirabile e te ne vai solo se un briciolo di fortuna ti porta via da lì. Valeria Parrella con La fortuna ci restituisce una città partenopea indolente, ma febbrile, dove la contraddizione è la prima arma che si ha in mano tra appartamenti di lusso e discariche a cielo aperto. In questo posto, che ha poco della cartolina di un meridione come ci hanno sempre disegnato, i personaggi cercano e sfidano la fortuna, a volte cavalcandola, a volte perdendola per un soffio. I pensieri dell’autrice ci vengono proposti con sfacciata irriverenza e per questo li amiamo e li rincorriamo tra i suoi ricordi e i suoi sentimenti che parlano attraverso i protagonisti, che si alternano e si rincorrono in un cambio continuo di carte e di gioco. In tutti i romanzi della Parrella, come in La fortuna, ciò che diventa pallido non si può tenere perché non vale la pena di essere vissuto e lascia spazio ad un sapore di amarezza.