Antonio Moresco esordisce tardi con romanzi che varcano nuove frontiere della forma e dell'immaginario, e lentamente, libro dopo libro, si afferma senza mai rinunciare a combattere la sua lotta esistenziale, senza mai cedere a compromessi. Contro l'omologazione letteraria, contro l'industria culturale e le consorterie intellettuali, contro il postmodernismo giulivo e contro gli scrittori che hanno rinunciato all'arte per i lustrini televisivi o per vendere prodotti confezionati, e per una letteratura che vada al di là della letteratura e della vita stessa. Contrastato, censurato, c'è chi lo riconosce come un genio e chi lo accusa di scrivere libri illeggibili, ma oggi anche punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che, credendo alla forza delle parole, non vogliono arrendersi. Un altro scrittore estremo e maledetto, Massimiliano Parente, lo ha incontrato, intervistato e gli ha reso omaggio con questo libro. Ne è venuto fuori non una semplice intervista ma un avvincente dialogo sui massimi e sui minimi sistemi, sul cosmo e sulle illusioni umane, su Leopardi e sui cartoni animati, tra storie di vita e nuove irrinunciabili illusioni.