Tra Gyuri e la sua famiglia l'incomprensione è totale. Allevato secondo i principi della Torah, e in un totale isolamento, dal nonno Geremia, un rabbino ultraortodosso convinto che il contatto con i "pagani" contribuirà a "bruciare il popolo ebraico nel forno dell'esilio" - parole terribilmente profetiche in un libro pubblicato per la prima volta nel 1937 -, solo alla morte del vecchio il bambino torna dai genitori. Intelligente e fragile, Gyuri ben presto avverte il contrasto tra il modo in cui era vissuto fino ad allora, incentrato su una fede primitiva e assoluta, basata sulla verità e sulla purezza, e la nuova realtà, fatta di una religione ipocrita e di continui compromessi col mondo moderno. Inizia così a mettere in atto una ribellione che si fa sempre più scoperta. Nulla e nessuno si salva dalla sua analisi spietata e dissacrante e dalle sue continue provocazioni, mentre con la sua veemente logica infantile fa a pezzi il mondo degli adulti. Alla fine, incapace dell'obbedienza che il padre si aspetta da lui, Gyuri fugge di casa, mendica per le strade e precipita in una profonda forma di eccitazione che lo porta a rasentare la follia.