Paolo Rumiz non può essere scorporato da un’idea del viaggio e anche in Canto per Europa la leggenda diventa peregrinazione in un continente che affonda le sue radici su una storia di emigrazione e di libertà. Una donna di nome Europa scappa da una barca guidata da quattro uomini e da lì inizia la sua peregrinazione alla ricerca di un luogo sicuro, dove trovare riparo per lei e per il piccolo che ha nella pancia. Ma chi ha ingravidato Europa? Il re degli dei è il responsabile e sarà lui allora a dover guidare la ragazza per il continente approdando fino in Italia. Paolo Rumiz ripercorre una leggenda, un mito che parte dalla Siria, passa per la Turchia e arriva fino al vecchio continente e lo fa con la sapienza delle parole, con la bellezza di uno sguardo sempre assetato di conoscenza e desideroso di portare al lettore nuove storie. Canto per Europa è un richiamo a ciò che siamo e da dove veniamo. Oggi, più che mai, è importante chiederselo e rispondersi in modo preciso, senza tentennamenti, ma per volgere lo sguardo al futuro è sempre essenziale guardare al nostro passato. Ed è quello che fa Paolo Rumiz in questo poema appassionato e romantico.