Il mostro è simbolo di totalità, immagine primordiale in cui convergono gli aspetti più significativi delle rappresentazioni teriomorfiche di Jung strettamente connesse alla libido incestuosa. In quella energia psichica dove si incontrano regime diurno e notturno dell'immagine di G. Durand. Tuttavia, questa dimensione totale e totalizzante si perde nei meandri della modernità, che - a partire dalla nascita della teratologia - veste il mostro col velo del diverso divenendo ciò che eccede la norma, ciò che può sfuggire al potere disciplinare e regolatore di foucaultiana memoria. Un potere che sembra - oggi - lasciare il posto all'era dei "nuovi mostri": cyborgs e vampiri, emblemi dell'estremizzazione della realtà biopolitica: la bioeconomica, che - nella società dei consumatori -, detta tacitamente parametri di omologazione. Non solo cyborgs, ma - soprattutto - insaziabili vampiri alla ricerca costante della propria identità, all'acquisto smodato di oggetti e di "corpi" alla moda capaci di rispondere all'aggiornamento richiesto per essere "nella norma".