Fra la metà degli anni cinquanta e i primi anni novanta in Italia sono state schierate alcune centinaia di armi atomiche americane. Per tutta la durata della guerra fredda, l'Italia ha avuto infatti un'importante politica nucleare militare ed è stata una delle principali basi nucleari europee dell'Alleanza Atlantica. Mentre per gli altri stati europei occidentali esiste però un'abbondante letteratura scientifica che ha analizzato la rilevanza storica e politica delle scelte operate dai rispettivi governi in questo settore, le decisioni prese dall'Italia nei confronti delle armi nucleari non sono state finora oggetto di nessuna analisi specifica da parte degli storici. Utilizzando un'ampia base documentaria largamente inedita, questo volume ricostruisce il modo in cui la politica estera italiana ha reagito alla crescente importanza attribuita alle armi atomiche dalle potenze occidentali. Vengono così passate in rassegna le principali tappe della politica nucleare militare italiana dal primo dopoguerra fino allo schieramento degli euromissili, fornendo un contributo importante al dibattito storiografico sulla guerra fredda e sul rapporto tra l'Italia e i suoi principali alleati.