Non c'é più vergogna nella cultura. Psicoanalisi, filosofia, letteratura, società, arte
Cos'è diventata la vergogna oggi? Qual è la sua rilevanza nei comportamenti collettivi, ma anche nella letteratura, nell'arte, nella filosofia contemporanea? E dal punto di vista psicoanalitico, qual è il suo statuto concettuale e la sua rilevanza clinica in uno scenario sempre più incline a considerarla un fenomeno di fatto desueto, superfluo, inutile, di cui paradossalmente vergognarsi? La vergogna indica l'esposizione allo sguardo riprovevole dell'altro, ed è un regolatore degli scambi sociali. La vergogna ha avuto sempre la funzione di preservare il soggetto dall'esposizione a comportamenti troppo conflittuali con l'ambiente e con se stessi, ponendosi in stretta relazione con la colpa. La sua funzione sarebbe quella di proteggere il soggetto da un eccesso di godimento che sconfinerebbe nella prevalenza della pulsione di morte. In questo volume, in un dialogo a più voci, si è allora cercato, attraverso molteplici strategie di indagine, la teoria psicoanalitica, l'esempio clinico, la strategia artistica, la produzione letteraria, la riflessione filosofica, di delineare l'eredità, la trasformazione e le sorti possibili della vergogna.