Il volume si compone di una serie di saggi organizzati sulla base di due tesi di fondo: 1) il confronto tra letteratura italiana e quella spagnola svela sottili differenze che contribuiscono a illuminarne meglio, volta per volta, i rispettivi presupposti culturali. 2) Nei momenti di crisi identitaria emerge uno sguardo speculare tra i due paesi quasi si volesse ritrovare il proprio volto, per analogia o per contrasto, sulla sagoma dell'altro, e ciò sia richiamando stereotipi negativi sia facendo appello ai miti positivi. Si snoda così una storia che vede l'Italia affermare per secoli i propri tratti umanistici contro i "barbari" spagnoli, per richiamare poi l'eroico esempio ispanico quando si trattava di rinvigorire il proprio senso nazionale: un volto di Giano restituito dallo sguardo spagnolo che congiunge la lode delle lettere italiane alla critica del loro effetto indebolente ma anche alla rivendicazione di un patrimonio classico e un entroterra antropologico comune. Non è infatti un caso se tale filone venne rinvangato alla fine del Novecento da Leonardo Sciascia, la cui idea di "sicilitudine" pare rispecchiare, rovesciandola, quella della "hispanidad". Gli approcci seguiti sono molteplici: dall'erudizione filologica allo studio degli immaginari collettivi, dall'analisi delle imitazioni a quella delle traduzioni, dal confronto comparatistico allo studio della ricezione attraverso svariati canali, compresi i marginalia di anonimi lettori ed altri paratesti.