Lo snobismo va rivalutato come una controcultura, e anzi è l'unica forma di autodifesa rimasta nell'epoca dei reality, dei concorsi di bellezza e della moda plastificata. L'autore di questo libro è un autentico ed eccentrico letterato fiammingo che, senza pudore e con molta ironia, parla dello snobismo come una vera "vocazione per pochi" (si sceglie di essere snob, non ci si nasce), a partire dalle prime pagine del testo, in cui si augura (sinceramente?) che "questo libro non finisca, inopportunamente, in troppe mani...". Dalla "creazione di sé" alla scelta degli abiti, dal completo rifiuto delle mode all'amore per le amicizie vere e durature, lo snob oggi va completamente controcorrente. Se va a caccia ci va all'antica, opponendosi al massacro ecologico della caccia come "sport". Non ama i biglietti da visita, i curriculum vitae, e soprattutto rifugge gli yuppies e i rampanti. Un libro ironico, affabile, e davvero necessario.