Oggi, a fronte delle straordinarie trasformazioni che stanno interessando la vita (la cultura, la formazione, la conoscenza, le relazioni, ecc.) delle donne e degli uomini, è necessario riprendere a pensare un'altra idea di scuola. La cui azione, se vuole risultare determinante per la crescita culturale, umana e civile delle persone che le sono affidate, deve puntare a rendere sempre più autonomo l'allievo nella costruzione delle sue competenze e, perciò, nella determinazione del suo progetto di vita proprio all'interno di contesti sociali in continuo mutamento. Il fine, allora, è quello di sfruttare tali trasformazioni a vantaggio degli allievi "attrezzandoli" a viverle promuovendo processi di insegnamento e di apprendimento che, improntati a forme di didattica costruttivista, si propongano di farli partecipare attivamente eresponsabilmente alle attività di studio. Ed è proprio questo il campo d'azione della didattica metacognitiva. D'altronde, riprendere - oggi - a pensare un'altra idea di scuola vuole, anche se non soprattutto, significare che questa deve fare i conti con due importanti processi che è chiamata a finalizzare verso la maturazione dell'alunno.