Dopo "Gli sdraiati", Michele Serra torna al romanzo breve con "Le cose che bruciano", storia di un uomo di mezza età che prova a rimettere in ordine, per una buona volta, la sua vita.
Attilio Campi si è rovinato con le sue stesse mani. La sua carriera politica si è bruciata in fretta dopo la bocciatura del suo disegno di legge per la reintroduzione dell'uniforme obbligatoria nelle scuole; delusione alla quale Attilio, rancoroso per indole, ha risposto lasciando baracca e burattini e ritirandosi in campagna. Ora passa il suo tempo a tagliare legna e imitare il verso del rigogolo. Ma questo non gli impedisce di essere geloso di sua moglie e dei suoi viaggetti, né di rimuginare con astio sui nemici vecchi e nuovi, come il fastidioso testimone di Geova della domenica o il rivale storico Ettore Mirabolani, giornalista. Attilio però stavolta vuole dare un taglio a tutto questo: desidera la pace con Mirabolani e la tranquillità per il suo spirito irrequieto. Per raggiungerla, intraprenderà un viaggio verso l’umiltà. Anche se il percorso rischia di rivelarsi per il protagonista più accidentato del previsto.
In un mix di ironia, disincanto e saggezza, "Le cose che bruciano" di Michele Serra racconta le follie del mondo in cui viviamo, e il bisogno comune, e sempre più diffuso, di ricostruirsi una vita lontano da tutto questo.