È luogo comune che, esaurendosi la stagione della poesia augustea, i motivi di sorso ispiratore e labor limae perdano pregnanza semantica: un giudizio legato alla polemica di Persio contro la poesia contemporanea e al Kallimachos in Rom di Walter Wimmel. Entrambi i topoi subiscono in realtà una profonda trasformazione, entrando nei nuovi equilibri del sistema letterario (dopo l’Eneide la poesia epica non scorre più ‚fangosa‘, mentre i generi minori si collocano all’insegna della festinatio e non della cura formale) e nel delicato dialogo fra professionisti della letteratura e patroni che scrivono versi. Il processo inizia a delinearsi nell’elegia ovidiana dell’esilio per giungere a piena maturazione nel cuore della vita culturale della Roma flavia. Concetti di casa nel callimachismo romano (oltre al sorso ispiratore e alla lima si pensi a pudor, agrypnia, tenuitas) vengono ripresi fra tradizione e innovazione, al fine di tributare un omaggio ai dilettanti ma anche nell’ambito di una delicata strategia di self-fashioning da parte di Stazio e di Marziale. Questi motivi, pur se si svincolano dalle funzioni originarie, continuano a dare voce alla coscienza dei poeti e al discorso sulla letteratura.