Sulla scia di un esplosivo articolo pubblicato dalla "London Review of Books" nel marzo del 2006, un libro che è destinato a scatenare polemiche incandescenti. La tesi di John J. Mearsheimer e Stephen M. Walt è che l'appoggio diplomatico, finanziario e politico che gli Stati Uniti hanno sempre assicurato a Israele non sempre è giustificabile in termini di razionalità strategica e nemmeno come una presa di posizione morale, ma è spesso motivato dall'influenza che un raggruppamento di persone e istituzioni, una vera e propria lobby pro Israele, ha - e ha sempre avuto - sul governo americano. Le loro conclusioni suonano sconvolgenti: dalla guerra in Iraq alla questione palestinese, dall'Iran alla Siria, al Libano, spesso gli interventi americani in Medio Oriente hanno ottenuto effetti contrari all'interesse nazionale degli USA, danneggiando anche le loro relazioni con i più importanti alleati, accrescendo così per tutti i paesi occidentali i pericoli del terrorismo islamico globale. Come funziona un simile gruppo di pressione? È davvero tanto potente? E perché è così difficile parlarne?