Intorno al 1840, in una valle sperduta dei Carpazi, appare, tra i merli di un Castello dove si dice abbia abitato Satana, una figura che canta con voce meravigliosa. Nessuno, nel villaggio di Werst, riconosce, in quell'apparizione, una Stella del Teatro, in apparenza morta in scena, a Napoli, ma forse narcotizzata e rapita da pirati saraceni arrivati dal Nordafrica. Presto, per vie diverse, si troveranno riuniti, nel sinistro maniero, i tre uomini che l'hanno amata: il fidanzato, Kranz von Telek, pronto a sfidare a duello lo stesso Satana pur di riportare la cantante fra le braccia della cristianità; il barone Oliviero Venceslao von Gortz, gentiluomo malinconico e timidissimo; infine don Musumeci, prete di campagna illuminista e detective dilettante, che diraderà ogni mistero, sino a intuire che quel simulacro anticipa addirittura l'epoca storica in cui ancora oggi viviamo. La comparsa sulla scena del mondo di nuovi protagonisti (le masse, la stampa quotidiana...) e di nuovi strumenti (la fotografia, il cinema...), nonché il transito di personaggi chiave dell'immaginario moderno, come il conte Dracula o il capitano Nemo, sono lo sfondo di una storia intricata e fantasiosa, ma anche perfetta e logica in ogni snodo, che l'autore ha scritto e il lettore legge con quel piacere costante, vergine e ingenuo, che sapevano dare i grandi feuilletons dell'Ottocento.