Se l'intera letteratura europea è inevitabilmente chiamata a confrontarsi con l'opera di Zola, quella italiana nel periodo che va dall'esperienza verista (di Verga, Capuana e Serao) a quella umoristica di Pirandello, fra Otto e Novecento, raccoglierà la sovversiva innovazione del maestro di Médan per farla propria, rileggendola e riplasmandola alla luce di dinamiche poetiche, sociali, politiche ed economiche diverse che daranno vita a esiti originali e autonomi. Prendendo le mosse dal capolavoro zoliano, L'Assommoir, in cui per la prima volta tutti i cinque sensi irrompono violentemente nella narrazione, l'autrice traccia un quadro ampio e documentato di come le percezioni sensoriali, in specie quelle olfattive, si sviluppino e si modifichino profondamente sullo scorcio del secolo, impregnandosi di forti connotazioni politiche, sociali ed economiche, originando un nuovo modo di concepire l'inventio letteraria che è già sinonimo di modernità.