Le star, il Technicolor, il Cinemascope, le lacrime, gli amori, le famiglie, le case, gli scontri: il melodramma familiare hollywoodiano racchiude il cinema classico nel suo eccesso e nella sua complessità. Soprattutto negli anni '50 di Eisenhower e del benessere capitalista, negli anni che segnano l'età adulta dello Studio System e l'inizio della sua fine, i film che raccontano l'amore impedito e gli scontri familiari sono la cartina di tornasole ideale per osservare l'evoluzione stilistica, narrativa e pure ideologica di un intero sistema produttivo. Pensato come prodotto commerciale strappalacrime, poi rivalutato per le sue insospettate (e sospette) potenzialità sovversive, infine studiato come esempio delle contraddizioni di un decennio, il melodramma familiare ha molto da mostrare a chi ancora oggi volesse immergersi nelle sue storie di conflitti insanabili e di rapporti incancreniti, di fughe impossibili da small town di provincia e di case unifamiliari tanto accoglienti quanto soffocanti. Analizzando i film del regista simbolo del melodramma familiare, Douglas Sirk, così come il contributo di autori quali Vincente Minnelli, Elia Kazan, Nicholas Ray, Richard Brooks, di volti simbolo di un periodo sospeso tra classicità e modernità (Rock Hudson, James Dean, Jane Wyman, Lana Turner), il volume affronta temi, forme e modelli della stagione d'oro di quella che Thomas Elsaesser ha chiamato "una forma dell'immaginario", più che un vero genere.