I saggi riuniti in questo libro sono dedicati alla comicita nella letteratura, nella saggistica e nell'opera italiane, in particolare alla comicita fuori posto in opere di Campanile, Guicciardini, Dumas, Ariosto, Gadda, Flaiano, Wolf-Ferrari, Camilleri, Lakhous, Wolf-Ferrari, Verdi, Eco, Svevo e altri. Il comico e in un certo senso sempre fuori posto, un contrasto tra un evento, una frase, una scena inappropriata e un contesto che di per se non si presta a quell'evento, quella frase, quella scena. Proprio per riflettere su questo contrasto, il libro si sofferma su quei contesti che ancor meno di altri son predisposti ad accogliere il comico e a suscitare una risata: la tragedia del Cinquecento, il genere epistolare, l'opera seria, la saggistica seriosa, il tutto attraverso l'accostamento di approcci diversi: dalla filologia alla semiotica, all'analisi testuale, agli studi culturali. Sorgera forse al lettore la domanda: sono questi approcci troppo seri per affrontare il tema della comicita, tanto da essere a loro volta fuori posto?