Bobo Stracciavento è un prestigioso attore-regista di teatro non più giovane, che fin dalle prime battute del romanzo ci si presenta dolorosamente lacerato dalla morte di tre cari amici avvenuta nello spazio di pochi giorni, in una sequenza terribile. I tre, Alfio V. (scrittore e artista multimediale di riconosciuto valore), Lucio d.M. (docente di Filosofia della Scienza) e Tarcisio D. (primario in una clinica universitaria del centro Italia) non si conoscono tra loro, e questo dato acuisce in Bobo il senso di devastazione e di assenza provocato dalla loro scomparsa avvenuta in tempi tanto stretti, come in una spirale malvagia che abbia trovato in lui il suo perno involontario. Stracciavento entra in uno stato di crisi umana e creativa, complicata dall'entrata in scena di Valeria Contardi (in arte Amara Malinverni), affermato architetto d'interni, che inopinatamente gli confida di essere stata in tempi diversi amante dei tre scomparsi, e gli chiede di poter parlare di ciascuno di loro in tre incontri, o sedute, o "trattamenti" come lei li chiama. A Stracciavento non sfugge la stravaganza della richiesta, e tuttavia cede per cortesia, confusione, magari curiosità. La donna è intrigante e bizzarra: e agli incontri che per Bobo si fanno di momento in momento sempre più sospettosamente sospesi tra verità e invenzione malata, si intrecciano, nella vita che nell'attore-regista prende pian piano a riacquistare energia e senso.