Sassi, conchiglie, ramoscelli, ossi di pollo, libri trovati sulle panchine, cordicelle, fogli rosa e blu, biglietti dell'autobus, del treno e del cinema, mozziconi di sigaretta, sabbia, nastri e bozzoli, uccelli vivi e morti... la stanza di Emilia Mirabilia è talmente ingombra di ogni genere di oggetti che entrarvi è praticamente impossibile, e del resto lei non gradisce visite. Collezionista fin dalla più tenera età, Emilie ama vivere ritirata nella sua stanza, una sorta di wunderkammer dove accumula naturalia e artificialia e passa il tempo a riempire e svuotare contenitori, contemplare e ridisporre i suoi tesori. Per sfuggire ai genitori preoccupati per il suo isolamento, Emilie si scava un nascondiglio in mezzo alla profusione di oggetti finché un giorno, scendendo sempre più in profondità, si imbatte in un orco. Che per fortuna ha un terribile mal di pancia e per il momento non può mangiarla. La bambina si offre di curarlo e scende nel suo stomaco...
Il testo a firma di Ludovic Flamant si riflette e si espande nell'immaginario onirico di Emmanuelle Houdart, popolato di particolari anatomici fantasiosi, creature ibride a metà tra animali ed esseri umani, mostri bizzarri e ogni genere di meraviglie. Ciascuna illustrazione è talmente ricca di dettagli e simboli da costituire una narrazione nella narrazione e lo stile dell'autrice si fonda come sempre sulla bidimensionalità, l'uso espressivo dei colori (qui con il verde e il rosso a dominare) e gli inconfondibili personaggi...