Apparso nel 1983 e mai più ripubblicato, torna un romanzo di culto introvabile da tempo, in un'edizione rivista dall'autore, che contiene anche una sua prefazione. «Negli anni Ottanta ero convinto di essere dotato di inventiva, senso dell'ironia, ampia visione degli avvenimenti, buona ricerca di temi interessanti per quell'epoca e giusti da innestare nel romanzo. Bene, volete sapere la verità? Ce le avevo, quelle prerogative, e ho deciso che sì, vale la pena di ristampare Sarti Antonio e l'amico americano. Racconta com'eravamo, cosa pensavamo e come avremmo voluto fosse il nostro futuro. Non è andata così. Per colpa nostra. E siamo ancora qui a chiederci chi ci sia dietro la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980» (Loriano Macchiavelli). Nel consueto, insostituibile scenario della città di Bologna, uno studente americano, che vive in un appartamento tutto suo in un palazzo signorile con giardino interno, e che possiede una valigia piena di dollari, cade dalla finestra del terzo piano, completamente nudo. Raimondi Cesare, ispettore capo, liquida il caso come un suicidio, e a Sarti Antonio, sergente, non resta che stendere il verbale. Ma quando Ugo Poli, l'archivista, legge il rapporto, scoppia a ridere, e Sarti Antonio si fa investire dai dubbi e dai rimorsi, gli stessi che gli procurano i suoi frequenti attacchi di colite. Insomma, non può evitare di riprendere le indagini, e al di là di ogni aspettativa queste lo trascinano in uno scandalo di proporzioni internazionali, che coinvolge personaggi molto in alto. Troppo, per non avere le vertigini.